Anna Bravo ´I fili della memoria. Uomini e donne nella storiaª, Laterza., 9 febbraio 2001
Il 25 luglio del 1943 alcuni membri del Gran Consiglio ottengono la maggioranza su una mozione che sfiducia Mussolini e rimette ogni potere nelle mani di Vittorio Emanuele III
Il 25 luglio del 1943 alcuni membri del Gran Consiglio ottengono la maggioranza su una mozione che sfiducia Mussolini e rimette ogni potere nelle mani di Vittorio Emanuele III. Mussolini è arrestato e messo sotto custodia a Campo Imperatore, sul Gran Sasso. Il re chiama alla presidenza del consiglio il generale Pietro Badoglio. Il generale scioglie il partito fascista, ma garantisce ai tedeschi che l’Italia continuerà la guerra al loro fianco. Nel frattempo, tratta l’armistizio con gli Alleati. L’8 settembre del 1943 Badoglio annuncia l’armistizio alla poplazione, ma non dà alcuna indicazione di condotta ai soldati italiani. Mentre l’esercito si disfa, i tedeschi completano l’occupazione dell’Italia cenrto-settentrionale, Roma compresa. Vittorio Emanuele III e Badoglio scappano in Puglia. I tedeschi liberano Mussolini e collaborano alla creazione di un regime neofascista, la Repubblica di Salò. A Roma, i partigiani scacciano i tedeschi e formano il Comitato di liberazione nazionale (Cln). Il Cln rifiuta di collaborare con il governo Badoglio, chiede l’abolizione della monarchia o quantomeno l’abdicazione di Vittorio Emanuele III. Nel ’44 si costituisce il primo governo di unità nazionale, presiduto prima da Badoglio, poi da Ivanoe Bonomi. Vittorio Emanuele abdica il 9 maggio del ’46. Il 2 giugno gli italiani vanno a votare per scegliere tra monarchia e repubblica. Vince la repubblica con tredici milioni di voti, contro gli undici milioni della monarchia. Si vota anche per eleggere i membri dell’Assemblea costituente. La Costituzione entra in vigore il 1° gennaio del 1948.