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 2001  febbraio 09 Venerdì calendario

Maria Josè aveva soprannominato Mussolini «Cap’e provola»: «Non mi piaceva Mussolini. Andavo a dirgli certe cose per conto di quelli del partito opposto, dell’antifascismo moderato

Maria Josè aveva soprannominato Mussolini «Cap’e provola»: «Non mi piaceva Mussolini. Andavo a dirgli certe cose per conto di quelli del partito opposto, dell’antifascismo moderato. Ogni tanto andavo a chiedergli delle cose che in genere mi negava, rispondeva di no. Qualche volta ammetteva che quello che gli dicevo era giusto». Di Hitler diceva che era «un pazzo, un criminale, voleva incendiare tutto, parlava come Nerone». Il 5 maggio del ’38, il re offrì un pranzo in onore di Hitler:«Mi venne assegnato un posto accanto a lui. Non mangiò quasi nulla. Chiedeva in continuazione delle tavolette di cioccolata. Le mangiava con aria soddisfatta da bambino goloso, usando la forchetta e il coltello. Al posto del pane volle dei biscotti. Non dimenticherò mai l’atteggiamento di mio suocero nei confronti di Hitler. Durante tutte le manifestazioni ufficiali, il re gli cedeva il passo: «Prego, andate avanti voi, eccellenza». Appena Hitler voltava le spalle, Vittorio Emanuele III arricciava il naso, digrignava i denti e dilatava le narici in una smorfia di disgusto». Quando le truppe tedesche invasero il Belgio, il re Leopoldo invitò Maria Josè a fare visita a Hitler. Il 7 ottobre del ’40, alle dieci del mattino, Hilter la riceve al Berghof il suo rifugio sulle Alpi:«Ero tesa. Hitler non mi faceva paura, ma ricordavo bene la sua espressione glaciale. Il suo aspetto era quello di uno chaffeur di taxi. Cominciò a fare il galante, a modo suo, si intende. Prima cercò di prendermi la mano tra le sue. Ma io, inorridita, la ritirai. Poi si mise ad esaltare la superiorità della razza nordica. Mi ripeteva:«Ma lo sa che lei è il modello perfetto di principessa ariana? E’un esempio vivente della purezza della razza superiore».