Annie Gasnier sull’Espresso del 15/2/2001 alle pagine 144-149, 15 febbraio 2001
Nel 2000, l’Argentina ha esportato trecentocinquantamila tonnellate di carni bovine (centoquindicimila in Europa), vendute al prezzo di duemila lire al chilo
Nel 2000, l’Argentina ha esportato trecentocinquantamila tonnellate di carni bovine (centoquindicimila in Europa), vendute al prezzo di duemila lire al chilo. Fino alle ventottomila tonnellate l’esportazione non è soggetta alle tasse doganali (trenta per cento).Le mucche argentine derivano da quelle britanniche (herefords e Aberdeen-angus) importate alla fine del 1800. A queste, negli anni Sessanta si sono aggiunte le charolaises, le limousines e le blondes d’Aquitania. Cinquanta milioni i bovini allevati solo nella Pampa, seicentocinquantamila chilometri quadrati attorno a Buenos Aires. La loro alimentazione: avena e erba medica, a cui in inverno vengono aggiunti integratori alimentari a base di fieno, mais, grano e sorgo, tutti coltivati in Argentina. Il dieci per cento degli allevatori ricorre talvolta anche alla soia transegica, che però finora non è risultata nociva per i bovini. Nel Paese si consumano dodici milioni di bovini all’anno, circa sessantadue chili per abitante.