Guy-Pierre Bennet su La Stampa del 10/2/2001 a pagina 40-41., 10 febbraio 2001
«Non mi ero mai accorta di quanto fossero importanti le mie mani fino al giorno in cui mi ruppi un gomito e non potei scrivere per un po’»
«Non mi ero mai accorta di quanto fossero importanti le mie mani fino al giorno in cui mi ruppi un gomito e non potei scrivere per un po’». «La mano è un complemento della creazione letteraria. E’ un operaio specializzato che esegue gli ordini alla perfezione. La mente lavora più veloce, e non è un caso: il fatto che le mani non riescano a starle dietro dà alla mente il tempo di organizzare i pensieri, trovare la parola giusta, impostare la frase successiva. La mano è un complemento della memoria, ci consente di registrare. Il suo compito non è quello di giudicare, come un operaio coscienzioso non si rifiuta mai di obbedire» (la scrittrice Françoise Sagan).