Guy-Pierre Bennet su La Stampa del 10/2/2001 a pagina 48-49, 10 febbraio 2001
Il violoncellista russo Mstislav Rostropovich: «Sono nato nel 1927, per caso, non per calcolo. Mia madre non voleva bambini e io nacqui dopo un fallito aborto
Il violoncellista russo Mstislav Rostropovich: «Sono nato nel 1927, per caso, non per calcolo. Mia madre non voleva bambini e io nacqui dopo un fallito aborto. Quando crebbi abbastanza da guardarmi allo specchio, la biasimai per non avermi fatto bello come avrei voluto. Un giorno mi disse: "Figlio mio, per tutto il tempo che t’ho portato dentro di me ho preferito non pensare alla tua faccia. Immaginavo le tue mani. Ecco come sono riuscita a darti le più belle mani del mondo"». «Tre cose sono importanti per un musicista: la memoria, l’orecchio e le mani. Io sono violoncellista e direttore d’orchestra e ho incominciato a suonare il pianoforte che avevo quattro anni. Non mi sono mai esercitato con le scale; una volta capito come funzionava la tastiera, le mie mani sapevano esattamente dove andare. La mano lavora per abitudine e una volta imparato cosa fare va da sola». «Ho sempre pensato che le mie mani non mi appartengono e che qualcun altro o qualcos’altro le guidi».