Lorenzo D.Mariani, Focus, n.57., 12 febbraio 2001
Alimentazione degli Inuit, esquimesi del Nord-Ovest groenlandese (circa mille): orso polare, piuttosto raro, considerato una squisitezza (alcuni anziani ex cannibali ne paragonano il sapore alla carne umana) ma di cui va evitato il fegato che è troppo ricco di vitamina A e risulta perciò velenoso (ottimo invece il grasso, un potente lassativo); fegato crudo di foca, ricco di vitamina C quanto un pompelmo; sangue di renna, da bere spesso in tazza; tricheco, la cui carne quasi putrefatta va consumata in grossi salsicciotti detti ”igunaq”, messi a fermentare sotto terra per quattro mesi; il ”quaq”, cioè la balena cruda
Alimentazione degli Inuit, esquimesi del Nord-Ovest groenlandese (circa mille): orso polare, piuttosto raro, considerato una squisitezza (alcuni anziani ex cannibali ne paragonano il sapore alla carne umana) ma di cui va evitato il fegato che è troppo ricco di vitamina A e risulta perciò velenoso (ottimo invece il grasso, un potente lassativo); fegato crudo di foca, ricco di vitamina C quanto un pompelmo; sangue di renna, da bere spesso in tazza; tricheco, la cui carne quasi putrefatta va consumata in grossi salsicciotti detti ”igunaq”, messi a fermentare sotto terra per quattro mesi; il ”quaq”, cioè la balena cruda.