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 2001  febbraio 10 Sabato calendario

Il Dipartimento di Giustizia del Texas ha pubblicato sul suo sito Internet un archivio statistico sulle esecuzioni capitali dal 1982 (anno in cui la pena capitale è stata reintrodotta in Texas) ad oggi

Il Dipartimento di Giustizia del Texas ha pubblicato sul suo sito Internet un archivio statistico sulle esecuzioni capitali dal 1982 (anno in cui la pena capitale è stata reintrodotta in Texas) ad oggi. I condannati sono suddivisi per sesso, razza, luogo di nascita e tempo di permanenza nel braccio della morte. Tra le informazioni disponibili sul sito, le ultime parole prima dell’esecuzione e i menu richiesti dai condannati per il loro ultimo pasto. David Earl Gibbs, trentanove anni, giustiziato il 23 agosto 2000 per omicidio, ha chiesto un’insalata (senza olio né aceto), due hamburger al formaggio con bacon e cipolle tagliate, patatine fritte con salsa chili, milkshake alla frutta, due uova bollite con salsiccia e sciroppo, una fetta di torta. Robert Anthony Madden, trentatre anni, giustiziato il 28 maggio del 1997 per duplice omicidio, non volle mangiare: regalò la sua ultima cena ad un senzatetto. Ruben Montoya Cantu, ventisei anni, ucciso il 23 agosto del 1993, anche lui per omicidio, mangiò pollo alla griglia con fagioli fritti, riso integrale, e dolce. Aveva chiesto anche delle gomme da masticare ma non gli furono concesse perché proibite dal regolamento della prigione. Karla Faye Tucker, trentotto anni, uccisa il 3 debbraio 1998 per duplice omicidio, mangiò soltanto un’insalata, una banana e una pesca. Robert Boyd Teague jr, trentacinque anni, giustiziato il 9 settembre 1998 per omicidio, inizialmente rinunciò alla cena, ma all’ultimo momento cedette all’insistenza della madre e acconsentì a mangiare un hamburger. Frank Basil McFraland, trentaquattro anni, ucciso il 29 aprile del 1998 per aver stuprato e ucciso una donna, prima di morire chiese tantissima lattuga, un pomodorto a fette, quattro gambi di sedano (chiedendo di lavarli bene), quattro fettine di formaggio Cheddar (senza crosta), due banane e due bicchieri di latte freddo. James Richardson, trentadue anni, ucciso il 22 maggio 2000, chiese pollo fritto non surgelato (cinque parti di petto e sei di ala), torta di carote, torta di cocco, cheescake ricoperta di marmellata di ciliege. William Hamilton Little, trentotto anni, giustiziato il primo giugno del 1999, chiese quindici fette di formaggio, tra uova al tegame, tre toast imburrati, due hamburger al formaggio, due pomodori e una cipolla a fette, patatine fritte condite, un chilo di pancetta fritta croccante, un quarto di latte al cioccolato, una vaschetta di fragole fresche. Richard Donald Forster, quarantasette anni, giustiziato il 24 maggio del 2000, prima di morire ha mangiato fajitas di carne, cipolla, pollo fritto, una grande insalata Caesar, toast con burro, gelatina alla vaniglia, tre banane, coca cola, una tazza di caffè, un pacchetto di sigarette che non gli è stato concesso. Jeffrey Dillingham, ventisette anni, ucciso il primo novembre 2000, ha chiesto un hamburger al formaggio (senza mozzarella, maionese, cipolle e senape), patatine fritte, un grande piatto di maccheroni, lasagne, due fette di pane all’aglio, centoventi grammi di nachos al formaggio, cinque uova strapazzate, quattro litri di latte al cioccolato. Stacey Lamont Lawton, trentuno anni, ucciso il 14 novembre del 2000, ha voluto solo un vasetto di sottaceti.