Enzo Biagi, L’Espresso, n. 27, 1997, 13 febbraio 2001
«A Sarajevo nel vecchio cimitero ebraico passava la linea di confine, e il tempio era diventato una postazione avanzata dei mussulmani
«A Sarajevo nel vecchio cimitero ebraico passava la linea di confine, e il tempio era diventato una postazione avanzata dei mussulmani. Che prendevano di mira gente della città, e scrivevano i nomi sui muri, spesso con qualche notizia biografica. Esempio: ”Ratko Dokic”, capo dei cetnici, lavorava alla centrale elettrica, bastardo ”figlio di puttana”. Di una signora che ricopriva un’alta carica politica nella Repubblica serba si leggeva: ”Troia, ti scoperò fin che campo”. Chissà se il programma è stato poi rispettato».