Mina sulla Stampa del 10/2/2001 a pagina 1., 10 febbraio 2001
La cantante Mina a proposito dei suoi inizi: "Non si può dire che siano stati contrassegnati da un elevato livello musicale e testuale
La cantante Mina a proposito dei suoi inizi: "Non si può dire che siano stati contrassegnati da un elevato livello musicale e testuale. Proprio non direi. Era, quella, l’età in cui dire parolacce con una mezza mano davanti alla bocca ci sembrava un modo per dimostrarci finalmente più grandi. E allora giù a cantare a squarciagola canzoncine in dialetto con riferimenti alla cacca e a varie funzioni fisiologiche, più degne di un filmaccio di terza categoria che non di ingenue, pallide bambine della borghesia cremonese. Chissà dove, chissà da chi le avevamo imparate. Da allora, anche se qualcuno sarà convinto del contrario, la mia cultura musicale si è decisamente evoluta. Ma a piccoli passi. Attraverso semplici canzoni popolari, piccole arie da chiesa, mal eseguite da noi ragazze della ”Beata Vergine”, e tanto Puccini. Il tramite era stata mia nonna Meme che si metteva al pianoforte e, come sollevata da terra, suonava e cantava su uno spartito con dedica del grande maestro lucchese, tanto amato da lei e in seguito capito e adorato anche da me. E poi le folgorazioni: Elvis, Count Basie, la Fitzgerald, Sinatra, Gene Vincent, Billie Holiday, i Four Freshmen e Sarah Vaughan. Tutti insieme, nelle orecchie, nella testa, nel cuore. Tutti in una volta sola si sono impiantati dentro di me e non se ne sono più andati, per mia grande fortuna".