14 febbraio 2001
Altre circostanze che forse hanno importanza e forse no: giovedì sera (10 luglio), Versace diede nella sua Casa Casaurina un party molto rumoroso
Altre circostanze che forse hanno importanza e forse no: giovedì sera (10 luglio), Versace diede nella sua Casa Casaurina un party molto rumoroso. Drammaticamente rumoroso? Forse: si sentivano grida e non parevano i rumori tipici di una festa. I vicini se ne lamentarono. Sabato 12 luglio «Versace avrebbe avuto una lite molto grave che lo avrebbe assai turbato» (Matteo Persivale, ”Corriere della Sera”, 18/7/97). Poi c’è la testimonianza del detective australiano Frank Monte: costui dice che Versace lo aveva ingaggiato tempo fa perché preoccupato per le strane circostanze in cui era morto un certo Johnny Gatto; in pratica Versace temeva che la sua catena di negozi venisse adoperata dalla mafia (a sua insaputa) per riciclare denaro sporco. L’assassinio, secondo lui, potrebbe essere inquadrato in questo contesto e in ogni caso, a suo dire, la pista del serial killer non sta in piedi e l’Fbi con le sue ipotesi non è più credibile: «Non credo all’Fbi. Ormai è diventato un apparato politico che ha perso buona parte della sua vecchia professionalità. Oggi è soprattutto proteso a ”comunicare” con il pubblico. Risultati pochi». Contro la testimonianza di Monte sta però questo precedente: il detective con le sue storie ispirò a suo tempo un articolo del quotidiano britannico ”Indipendent”, Versace lo querelò e vinse (i 250 milioni di penale vennero versati in beneficienza). Tuttavia l’’Indipendent”, in occasione dell’omicidio, ha nuovamente fatto insinuazioni su Versace e così pure ”Le Monde”. Infine, Gianni Versace era assicurato sulla vita ai Lloyd’s di Londra per 30 miliardi di lire, polizza in favore dei familiari.