Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  febbraio 14 Mercoledì calendario

Lo scrittore Clarence Day ricorda le lezioni di violino prese da ragazzo: "Herr M. (il mio maestro) e io avevamo scoperto che ero miope

Lo scrittore Clarence Day ricorda le lezioni di violino prese da ragazzo: "Herr M. (il mio maestro) e io avevamo scoperto che ero miope. Siccome il violino è uno strumento che si deve tenere davanti a sé, io non potevo stare abbastanza vicino al leggìo per distinguere chiaramente le note. Così Herr M. cominciò a prestarmi i suoi occhiali. Questi mi servivano abbastanza bene. Le note non mi apparivano più grigie e confuse ma chiare, sebbene stranamente deformate. Herr M. me li prestava a malincuore perché aveva paura che li lasciassi cadere. Ci sarebbe stato meno pericolo se si fosse trattato di occhiali a stanghetta, invece erano a molla, e io dovetti imparare a tenerli in bilico sul naso come meglio potevo. Non potevo metterli vicino agli occhi, perché in quel punto il mio naso era troppo sottile, dovevo tenerli a metà del naso, dove era abbastanza grosso per reggerli. Oltre a ciò ero costretto a piegare indietro la testa, perché il leggio era un poco troppo alto per me. Herr M. mi faceva salire qualche volta su di uno sgabello, ammonendomi di stare bene attento a non cadere. E poi, quando ero in posizione, e lui, senza occhiali, non ci vedeva più, cominciavo a suonare con disperata energia".