Alessandra Ziniti sul VenerdÏ di repubblica del 16/2/2001 a pagina 114-117., 16 febbraio 2001
E’ stato ultimato il restauro del satiro rinvenuto il 5 marzo del 1998 su un fondale di quattrocento metri al largo di Mazara del Vallo, dove era rimasto per duemila anni
E’ stato ultimato il restauro del satiro rinvenuto il 5 marzo del 1998 su un fondale di quattrocento metri al largo di Mazara del Vallo, dove era rimasto per duemila anni. Verrà conservato, in una teca ventilata, nel nuovo Museo del Canale di Sicilia, a Mazara, allestito nella quattrocentesca chiesa di Sant’Egidio. Realizzato in bronzo e lungo più di due metri, il satiro pesa più di cento chili; al momento del ritrovamento era ricoperto di calcare, sabbia, silice, formazioni perlacee e sedimenti marini, che gli avevano conferito una colorazione marrone (all’interno, formazioni coralline e una tana di aragoste). La statua, priva di braccia e gambe, raffigura un uomo con la testa innaturalmente gettata all’indietro. Secondo l’archeologo Sebastiano Tusa, «probabilmente faceva parte di una tiasi, il gruppo di satiri e menadi che danzano attorno a Dioniso nelle rappresentazioni di età ellenistica».