Brunella Schisa sul VenerdÏ di Repubblica del 16/2/2001 a pagina 113., 16 febbraio 2001
Vincenzo Monaci, sessant’anni, imprenditore, è il nuovo proprietario del Teatro Eliseo di Roma. Si divide fra tre città: a Napoli è commissario dell’Authority per le comunicazioni, a Roma si occupa dell’Eliseo (acquistato tre anni fa insieme alla Banca di Roma), a Milano ha la famiglia, composta da Mariagrazia, la moglie milanese di origini svizzere, e il figlio minore Marco, ventun’anni, studente di Scienze della comunicazione (l’altro, Massimo, venticinque anni, fa l’aiuto regista a Roma)
Vincenzo Monaci, sessant’anni, imprenditore, è il nuovo proprietario del Teatro Eliseo di Roma. Si divide fra tre città: a Napoli è commissario dell’Authority per le comunicazioni, a Roma si occupa dell’Eliseo (acquistato tre anni fa insieme alla Banca di Roma), a Milano ha la famiglia, composta da Mariagrazia, la moglie milanese di origini svizzere, e il figlio minore Marco, ventun’anni, studente di Scienze della comunicazione (l’altro, Massimo, venticinque anni, fa l’aiuto regista a Roma). Nel ’78 ha fondato un’impresa d’informatica: «Da ragazzo recitavo e cantavo, ma ero molto timido e questo mi danneggiava socialmente. Per superare l’handicap ho giocato d’ambizione. Sapevo che per vincere ci sono solo due modi: o giochi di potere, oppure di consenso. Io ero più portato al primo: il consenso richiede mediazione, troppa per i miei gusti». «Il lavoro è una dannazione che si può riscattare soltanto attraverso la passione: non c’è altro modo per diventare un leader». L’amore per il teatro è nato per caso: «Da ragazzo studiavo a Frascati dai Salesiani. La mia era una modesta famiglia toscana, la domenica uscivo con un compagno e andavamo a trovare sua nonna: fu lei a portarmi per la prima volta all’Eliseo e a farmi scoprire il teatro». Così, appena ha potuto, Monaci se l’è comprato, e adesso vuole dar spazio a idee di rinnovamento: «I nostri cartelloni nazionali sono delle pizze. C’è bisogno di rinnovarli. Ma mancano autori, registi, coreografi, scenografi. Con Maurizio Scaparro, direttore artistico, condividiamo l’idea che il teatro sia un’impresa e debba essere sostenuta da una politica di marketing. Senza stravolgere l’identità dell’Eliseo che deve la sua fortuna alla gioielleria di casa: Giorgio Albertazzi, Valeria Moriconi, Rossella Falk. Per il resto questo teatro è, e lo sarà sempre più, un vivaio per una nuova generazione di attori». «Non chiamatemi mecenate: sono un imprenditore che dopo aver investito nell’informatica ha deciso di impegnarsi nella cultura, l’unica industria che ha possibilità di crescita nel futuro».