20 febbraio 2001
Kumbaro Xhemal. Fruttivendolo di Pescopi (Tirana), 28 anni, incensurato, venuto a Milano ufficialmente per comprare mobili ed elettrodomestici usati
Kumbaro Xhemal. Fruttivendolo di Pescopi (Tirana), 28 anni, incensurato, venuto a Milano ufficialmente per comprare mobili ed elettrodomestici usati. Il 30 luglio notte, ai Navigli, dal lato di Porta Ticinese, gli scaricano addosso un intero caricatore nove millimetri e gli spaccano il femore. Lo portano al San Paolo, lo operano, lo mettono in trazione. Mercoledì 6 agosto, alle tre e mezza del pomeriggio, sta chiacchierando con due amici albanesi che sono venuti a trovarlo ed ecco che appaiono tre tizi, se ne stanno fermi sulla porta e lo fissano. Silenzio generale. Uno dei tre tizi entra nella stanza, si rivolge ai due che stanno seduti intorno al malato, gli dice: «Tranquilli, non vi facciamo niente». Alza poi il braccio e ha in pugno una 7.65 col silenziatore. I due amici di Xhemal si buttano sotto i letti, Xhemal si attacca disperatamente al campanello che serve a chiamare l’infermiera e intanto si agita per tentare di togliersi dalla linea di tiro: il tizio gli tiene puntata addosso la bocca della pistola, lui è imbragato per via del femore rotto e non può scappare. Partono tre colpi, due al torace uno in testa. Xhemal cade giù. Viene poi avanti uno di quelli che era rimasto sulla soglia e gli tira un quarto colpo di calibro 22. Se ne vanno quindi tutti e tre assai tranquilli e senza accelerare il passo nonostante l’infinità di corridoi e scale che devono percorrere per raggiungere l’uscita. Fuga, infine, a bordo di una Fiat Uno grigia.