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 2001  febbraio 17 Sabato calendario

La latteria Bagazzini, bugigattolo in via dei Delfini (dietro Botteghe Oscure), ha ricevuto dal Comune di Roma l’attestato di «locale storico»

La latteria Bagazzini, bugigattolo in via dei Delfini (dietro Botteghe Oscure), ha ricevuto dal Comune di Roma l’attestato di «locale storico». Nata nel 1911, è sempre stata luogo d’incontro di personaggi noti. Su una delle pareti c’è un arazzo che ritrae Dimitrov, numero due ai tempi di Stalin. Vezio Bagazzini, gestore della latteria dal ’68, racconta che l’arazzo gli è stato regalato da Edoardo D’Onofrio: «D’Onofrio era una leggenda. Dopo l’attentato a Togliatti, nel luglio del ’48, ci furono tre giorni di tensione, in cui poteva succedere di tutto. I compagni gridavano: "Edo, dacci il via". Chissà, forse l’avrebbe dato, ma Bartali vinse al Tour de France e le acque si calmarono. Nel suo testamento c’era scritto: "L’arazzo va al compagno che tiene il baretto sotto la direzione"». Sulla parete di fronte al bancone c’è una foto di Tina Modotti: «La Modotti era bellissima. Era la compagna di Vittorio Vidali, primo comandante Carlos nella guerra di Spagna. Vidali aveva introdotto nello studio di Trotzkij quel Mercader che lo uccise con la piccozza, il cugino di Maria Mercader, moglie di De Sica». Altre fotografie pendono dal soffitto: Che Guevara a pesca con Fidel Castro, Berlinguer con Claudio Villa, Pasolini e Volontè, Mao e Stalin, D’Alema e Jovanotti. C’è anche uno schema della battaglia di Stalingrado: «Me l’ha regalato la senatrice Giglia Tedesco, vedova di Tonino Tatò». Bagazzini racconta che la latteria rimaneva aperta persino durante le manifestazioni degli anni ’70: «Il sabato c’erano queste manifestazioni violente, coi celerini che inseguivano i compagni, i fumogeni che camminavano come gatti per via dei Delfini. Questo era l’unico locale che rimaneva aperto, era porto franco per tutti, anche per i poliziotti, che dopo la sudata si venivano a fare una partita a calcetto, magari con gli stessi che avevano inseguito. L’unica condizione che ponevo era che si togliessero la pistola dal fianco. Come nei saloon».