Ugo Volli su Il Mattino del 20/2/2001 a pagina 19., 20 febbraio 2001
Divisa adottata da Silvio Berlusconi per le sue apparizioni pubbliche: «Abito grigio scurissimo, camicia bianca, cravatta anch’essa scura, scarpe nere
Divisa adottata da Silvio Berlusconi per le sue apparizioni pubbliche: «Abito grigio scurissimo, camicia bianca, cravatta anch’essa scura, scarpe nere. Rispetto alla media degli uomini di potere, il suo abbigliamento è però ancora più costrittivo: l’abito è un doppiopetto sempre abbottonato e molto fasciante (niente giacche aperte o gilè), la camicia ha un colletto rigido di forma molto tradizionale (proibiti l’azzurro e i colletti botton down), la cravatta di solito è blu scuro a pallini bianchi. Unica trasgressione alla severità, una "cimice" di Forza Italia sempre all’occhiello». Altrettanto severo l’abbigliamento di riposo: «Un maglione blu accollato, che sembra di una taglia troppo piccola, pantaloni chiari lisci». Gli abiti, insomma, «per Berlusconi sono corazze, strumenti di protezione e contenimento, come lo è la pettinatura (o quel che ne resta), così rigorosamente a posto vicino alla pelle del cranio. Un modo di essere costrittivo e controllato, che contrasta con i grandi sorrisi che Berlusconi ostenta e con il suo modo di agire ostentatamente disinvolto. Al di là di ogni psicologia, il segnale è ambiguo: cordialità sì, ma per nulla informale... Intorno a lui, la scenografia prevede palchi bianchi, maxischermi azzurri sullo sfondo, scrivanie chiare e sempre vuote di carte, librerie moderne dipinte di bianco con pochi libri e qualche cornice d’argento con immagini di famiglia: insomma un ambiente sereno e arioso, oltre che ovviamente molto agiato». Ma la strategia di comunicazione introduce elementi di distacco: «Il risultato è che, quando Berlusconi comunica, sembra sempre un po’ sporgersi dall’alto (anche se la sua statura è tutt’altro che eccelsa) e offre cordialità con condiscendenza. Berlusconi evita le feste e le occasioni mondane, coltiva un suo distacco: nessuno può vederlo (e soprattutto fotografarlo) scamiciato o scomposto. E’ così ricco da non aver bisogno di farlo vedere» (Ugo Volli).