Marco Vallora su la Stampa del 19/2/2001 a pagina 13., 19 febbraio 2001
«Era la gentilezza fatta persona, con i suoi tratti demodés da personaggio settecentesco, una sorta di Voltaire che aveva terrore dei sarcasmi, che gli fluivano seraficamente dalla bocca
«Era la gentilezza fatta persona, con i suoi tratti demodés da personaggio settecentesco, una sorta di Voltaire che aveva terrore dei sarcasmi, che gli fluivano seraficamente dalla bocca. Un batuffolo prosciugato di cartilagini rinsecchite e naufragate nel grande golfone Missoni, che non riusciva ad occultare il pigiamino azzurro da neonato, le pantofole confortevoli alla Picasso e le mani nodose tornite dall’artrosi, quasi una scultura gotica: ed era tutto rappreso in quel genuflettersi di cerimonie alla giapponese e la piccola sinfonietta mozartiana di pasticcini che passavano da un commensale all’altro, e il rito antico della sigaretta piatta in stile Turmac, con la vigile supervisione di Madame la Comtesse Setsuko, che pilotava la mano incerta e cieca sino al posacenere, che non spettinasse la sua neve grigiastra sulla tazza da tè» (ritratto del pittore Balthus poco tempo prima della morte).