Michele Serra, l’Unità, 21/08/1985, 21 agosto 1985
Cala Pergola è un sogno ad occhi aperti: una spiaggetta infossata tra rocce candide, mare verde smeraldo, accesso libero, paradiso gratuito un chilometro a sud del costosissimo limbo chiamato Pugnochiuso
Cala Pergola è un sogno ad occhi aperti: una spiaggetta infossata tra rocce candide, mare verde smeraldo, accesso libero, paradiso gratuito un chilometro a sud del costosissimo limbo chiamato Pugnochiuso. In pieno Gargano. Da Cala Pergola sono fuggito una radiosa mattina d’agosto dopo pochi minuti di permanenza, per un motivo che potrà apparire stravagante solo ad una categoria di persone che, in certi momenti, invidio di tutto cuore: i sordi. L’inquinamento fonico del luogo era da record. Da commissione di studio. Da interrogazione parlamentare. Da intervento dei caschi blu. Quantificando in decibel, direi un livello da jumbo in decollo. Con una differenza: che il jumbo, almeno, fa casino ma non esprime concetti, mentre la gente, purtroppo, parla. Anzi, urla: e duecento persone che urlano tutte insieme in una caletta stretta tra due pareti rocciose, echeggianti e rimbombanti, hanno un effetto terribile. Almeno a me, perché loro parevano, anzi, molto felici. Ecco, comunque, alcuni dei più significativi suoni registrati (il nastro é a disposizione delle autorità) il 20 agosto mattina a Cala Pergola, Gargano.