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 1985  agosto 21 Mercoledì calendario

Intanto è arrivato Giggi col frigobar. Pur avendo ridotto sensibilmente la distanza dalla fidanzata, non abbassa il tono della voce: «Aoo! Che stai a urlà? Che sei mongola? Stavo a cercà er frigobbar e tu me strilli de scenne? Ma che sei mongola?»

Intanto è arrivato Giggi col frigobar. Pur avendo ridotto sensibilmente la distanza dalla fidanzata, non abbassa il tono della voce: «Aoo! Che stai a urlà? Che sei mongola? Stavo a cercà er frigobbar e tu me strilli de scenne? Ma che sei mongola?». Lei: «E buttate a mare! So’ du’ mesi che stai appresso a stò frigobbar! Buttate, Giggi, ch’è ’na favola!». Aurelio nel frattempo si è tranquillizzato: almeno lui. Ma il padre che calza due pinne formato deltaplano lo ha costretto a risalire con lui sopra una roccia tipo Acapulco per tuffarsi insieme. Padre: «Fa no il piangina, Aurelio. Ti tengo la manina io, Aurelio. Dai che la zia ci fa la foto. Dai tuffati Aurelio che ci sono anch’io». Aurelio (sensatamente): «C’è sotto della gente. Lasciami stare, c’è sotto della gente». Sotto, in effetti, ci sono Aldo e il suo amico, ormai prossimi all’annegamento, che fanno la lotta. Ma il padre di Aurelio, avviluppato al figlioletto, si lancia ugualmente, sfiorando il groviglio di corpi dei genovesi. Inevitabile discussione: «Belìn, ma non lo vede che c’è gente?» «E lei non lo vede che ci sono i bambini? Ci sono i bambini le dico!» (Agita sotto il naso di Aldo le membra esangui del figlio). «Belìn lasci perdere che è meglio». «No guardi lasci perdere lei». «No, lei. Lasci perdere lei». «Le ho detto che è lei che deve lasciar perdere». Ho lasciato perdere io, abbandonando Cala Pergola con le lacrime agli occhi. Perché non è previsto, tra i reati contro la natura e il patrimonio pubblico, anche l’inquinamento acustico? Perché, accanto ai cartelli "E’ vietato gettare mozziconi" oppure "E’ vietato abbandonare rifiuti", non si comincia a mettere anche un bel "E’ severamente proibito assordare il prossimo?". Mistero.