Maurizio Molinari su La Stampa del 21/2/2001 a pagina 8., 21 febbraio 2001
La "Tytell Typewriter Company" di New York, megastore che per settant’anni ha venduto macchine da scrivere con caratteri in 145 lingue e dialetti (dal persiano al cirillico) chiude
La "Tytell Typewriter Company" di New York, megastore che per settant’anni ha venduto macchine da scrivere con caratteri in 145 lingue e dialetti (dal persiano al cirillico) chiude. Calate le vendite, la Tytell sopravviveva con la riparazione di modelli storici (Smith Corona, Hermes Baby e Olivetti doc). Il fondatore Martin Tytell cominciò a riparare lettere a 15 anni. «Durante la seconda guerra mondiale, da marine, mise in condizione i paracadutisti del D-Day di usare macchine da scrivere francesi subito dopo lo sbarco». Quando nel dopoguerra la Birmania rischiò la paralisi amministrativa per il malfunzionamento delle poche macchine da scrivere, Tytell andò a ripararle, ma commise un errore: nell’ordinare le lettere birmane ne montò una capovolta. Le macchine funzionavano così bene che l’errore divenne regola in tutte le macchine da scrivere birmane. A lui, però, quello sbaglio non andò mai giù: «Fu una cosa stupida», dichiarò al New York Times.