22 febbraio 2001
Buccoliero Emanuele. Operaio Ilva di anni 24. Affacciato alla finestra di casa sua vide un Oronzo Pignatelli, fruttivendolo, di anni 36, sposato e con tre figli, che se ne stava seduto sul cofano della sua Cinquecento nuova nuova
Buccoliero Emanuele. Operaio Ilva di anni 24. Affacciato alla finestra di casa sua vide un Oronzo Pignatelli, fruttivendolo, di anni 36, sposato e con tre figli, che se ne stava seduto sul cofano della sua Cinquecento nuova nuova. Scese e, a detta dei testimoni, dapprima lo invitò a levarsi con modi gentili, poi sempre più brusco e alzando la voce, infine alzando le mani, picchiando e venendo picchiato, e poi picchiando di nuovo e in definitiva più picchiando che prendendo. A scazzottata finita, mentre tornava a casa, si voltò e vide che l’altro, come se niente fosse, s’era di nuovo messo seduto sul cofano della Cinquecento. Tornò dunque indietro e gli diede due pugni in faccia buttandolo per terra. Ma Pignatelli aveva, parcheggiata lì presso, l’Ape con cui commerciava le sue verdure, corse ad aprirla, ne trasse un peso da bilancia di forma esagonale e, raggiunto di corsa l’avversario, con quello gli sfondò il capo. Arrestato più tardi in casa sua, negò tutto. Ma la polizia gli trovò nella macchina l’arma del delitto. In Taranto, alle dieci e mezzo di mercoledì 17 settembre.