22 febbraio 2001
Labombarda Gaetano. Studente d’informatica alla Statale di Milano, 24 anni, padre commercialista, madre casalinga
Labombarda Gaetano. Studente d’informatica alla Statale di Milano, 24 anni, padre commercialista, madre casalinga. Venerdì 12 settembre, passando alle tre e mezza del mattino davanti alla discoteca ”Underground” di Via Larga (zona centralissima di Milano), si voltò a guardare un gruppo di scalmanati che con dei paletti in mano urlavano fracassando porte e finestre. Uno di questi s’accorse che li fissava e gli gridò: «Che hai da guardare, faccia di merda?». Detto fatto gli furono tutti addosso e a pugni, calci e quattro coltellate lo ammazzarono. Uno di questi, a nome Licciardi Fabio, di anni 19, venne preso il giorno dopo in casa sua, in via Strauss. Risultò un disgraziato di quelli che lasciano la scuola a metà e che s’era accomodato a campare alle spalle dei genitori, facendo di tanto in tanto il pony-express o il muratore. Costui raccontò che con gli amici si divertiva soprattutto a far casino e a cercare tipi con la faccia normale, magari con gli occhiali, da provocare e pestare. La sera prima, per esempio, avevano cominciato ubriacandosi e impasticcandosi in un bar di via Larga dove c’era la festa di una che faceva diciannove anni e poi, alle due e mezza di notte, quando il bar aveva chiuso, erano entrati quasi a forza all’’Underground”, avevano cominciato a far casino e alla fine erano stati buttati fuori. Gli agenti gli chiesero con che coraggio, dopo aver fatto quello che aveva fatto, fosse andato il giorno dopo in campagna con la sua ragazza minorenne. Il Licciardi non rispose. La stessa domanda fu fatta alla ragazza, presente anche lei al massacro. E pure lei rimase zitta.