22 febbraio 2001
Lalli Giorgio e Laila. Marito e moglie, di 60 e 57 anni, lui era industriale in pensione, lei casalinga, benestanti grazie ai quattro miliardi ricavati dalla cessione della ”Schiacciatine San Giorgio”
Lalli Giorgio e Laila. Marito e moglie, di 60 e 57 anni, lui era industriale in pensione, lei casalinga, benestanti grazie ai quattro miliardi ricavati dalla cessione della ”Schiacciatine San Giorgio”. Abitanti in una villetta con piscina nel quartiere residenziale di Villanova De Bellis, 10 chilometri da Mantova. In garage due Mercedes, una Lamborghini ”Diablo” e un fuoristrada ”Pajero”. Dal 19 settembre dell’84, quando erano stati aggrediti da una banda di rapinatori, avevano due cani lupo. Il 24 settembre verso le 20 il Lalli sentì dei rumori nel laboratorio comunicante con la villetta e andò a controllare. Non fece in tempo ad entrare che fu assalito e ucciso con una coltellata alla gola. Sentiti i rumori della lotta, la moglie chiamò il marito, poi lo andò a cercare. Prima che potesse vedere il cadavere, fu colpita a sua volta da una coltellata alle spalle e poi finita con una coltellata alla gola. Ritrovati alle 21 dalla nipotina undicenne, che viveva con loro ed era appena rientrata insieme alla madre. I cani erano addormentati nel giardino. I presunti ladri non avevano toccato né i soldi né i gioielli, la porta non era stata forzata. La polizia sta ancora interrogando Carmelo Borruto, di anni 55, di origine calabrese, nuovo padrone della ”Schiacciatine San Giorgio”. Costui si difende sostenendo che la sera del delitto passò davanti alla villa proprio mentre gli assassini (quattro a suo dire) stavano fuggendo a bordo di una Peugeot chiara e di una Lancia Kappa. Aggiunge che quelli lo pestarono, poi lo portarono in campagna e lì lo abbandonarono.