Dino Martirano sul "Corriere della Sera" del 9/02/2001 a pagina 15., 9 febbraio 2001
"In principio erano clavoni, clavette, appoggi e ceppi. C’ era il palco salita, pertiche e funi, il quadro svedese, il "plinto" e le pedane elastiche
"In principio erano clavoni, clavette, appoggi e ceppi. C’ era il palco salita, pertiche e funi, il quadro svedese, il "plinto" e le pedane elastiche. Gli ordini volavano secchi, le punizioni fioccavano. Per molte generazioni di italiani, giunte all’ età scolare nel dopoguerra, l’ ora di educazione fisica è stata sinonimo di incubi e mortificazioni. Ma ha anche rappresentato una palestra di disciplina che ben si sposava con i capelli a spazzola, i pantaloni corti, le gonne lunghe fin sotto il ginocchio. Dopo il ’ 68, invece, la ginnastica intesa come materia didattica ha regalato un’ ampia gamma di situazioni: disimpegno totale, forsennate partite di calcetto in cortile, geniali iniziative promosse da singoli insegnanti che, a partire dagli anni Settanta, hanno saputo introdurre anche l’ amore per la vela (è successo a Verbania, sul lago Maggiore) o la passione per l’ hockey su prato (succede a Primavalle, Roma)".