Dino Martirano sul "Corriere della Sera" del 9/02/2001 a pagina 15., 9 febbraio 2001
«Edmondo De Amicis, con il romanzo breve "Amore e ginnastica", racconta una Torino di fine Ottocento in cui una maestrina diventa l a sacerdotessa del nascente culto per la forma fisica e l’ esercizio ginnico
«Edmondo De Amicis, con il romanzo breve "Amore e ginnastica", racconta una Torino di fine Ottocento in cui una maestrina diventa l a sacerdotessa del nascente culto per la forma fisica e l’ esercizio ginnico. Nel 1923, il filosofo Giovanni Gentile, ministro della Pubblica istruzione, allontana la ginnastica dalle scuole e crea l’ Ente nazionale per l’ educazione fisica. Nel ’ 29 , l’ Opera nazionale Balilla trasforma l’ Italia in una grande palestra a cielo aperto. Nel 1958, Aldo Moro firma il primo atto organico in materia. Nel ’ 69 nascono i Giochi della Gioventù. Solo 10 anni fa cade il muro dei sessi nell’ ora di educazione fisica. Nel ’ 98, infine, gli Isef diventano Istituti universitari per lo sport e l’ attività motoria. Ma è in pieno boom economico degli anni ’ 60 che l’ ora di ginnastica vive la sua prima crisi di identità. Mauro Bardaglio, un ragazzo del ’ 53 che poi diventa professore di educazione fisica a Verbania, racconta la storia di un incubo: "Non ci dormivo la notte. Ero terrorizzato perché i nostri insegnanti ci obbligavano a stare 10 minuti con le braccia alzate: vi rafforzate la muscolatura, dicevano. Poi saltelli sul posto, flessioni...". I ragazzi vivono ancora l’ educazione fisica come la "disciplina disciplinante" di impostazione fascista. Elio Fabrizi di Massa Carrara, diplomato all’ Accademia ginnica della Farnesina nel ’ 62, ricor da bene l’ atmosfera di quel periodo: "Noi eravamo stati abituati a insegnanti che ci fulminavano con lo sguardo. L’ ora di ginnastica era dura ma stimolante...". Ma la logica militaresca, la paura vera di trovarsi a tu per tu con i professori dalla bacchetta facile, inizia a mostrare qualche crepa. E’ il ’ 62 quando al liceo classico Virgilio di Roma arriva una giovanissima insegnante che, per l’ epoca, ha strane idee in testa. Renata Mezzetti, oggi docente di ritmica, prova a introdurre la mus ica come base per gli esercizi a corpo libero. Ma è ancora troppo presto: colleghe e studentesse non sono pronte, la Mezzetti è costretta a scandire il tempo con un tamburello».