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 2001  febbraio 22 Giovedì calendario

Troiano Maria. Ragazza del bar di piazza Siena, angolo via Aretusa, di Milano, non lontano dal Lorenteggio

Troiano Maria. Ragazza del bar di piazza Siena, angolo via Aretusa, di Milano, non lontano dal Lorenteggio. Trentadue anni. Venerdì mattina è stata trovata nel giardino della scuola materna Mater Divinae Gratiae di via Gulli. Aveva il collant stretto intorno alla gola e molte ecchimosi sul volto, la gonna tirata su fino agli occhi, gli slip, la giacca, la borsetta aperta sparpagliati in giro, nel portafogli una diecimila arrotolata ed un po’ di coca. Il cadavere è stato trovato in questo modo: la mattina verso le otto un bambino all’ingresso della scuola ha sentito trillare un cellulare, lo ha raccolto e consegnato al padre, questi l’ha dato a una suor Franca, la quale ha risposto e sentito la voce di un uomo che diceva con affanno: «Maria? Maria?» Costui si è presentato poco dopo, sostenendo di chiamarsi Umberto e dichiarandosi come il fidanzato di Maria. Cercando nel prato e sulla strada insieme alle monache ha ritrovato gli oggetti di proprietà della donna, comprese le chiavi di casa e poi, vicino a una fila di gerani, anche il cadavere. Un problema delle indagini è questo: perché la ragazza stava nel cortile delle suore? Potrebbero averla ammazzata fuori e portata dentro: ma per passare o si hanno le chiavi dei cancelli di ferro o bisogna scavalcare un muro alto due metri e quaranta. Scavalcare il muro non è difficile, c’è una centralina Telecom sulla quale si può salire. Ma con un corpo in spalla? I vicini descrivono Maria come gran lavoratrice (oltre al lavoro nel bar, ricavava fiori finti dalle maglie delle vecchie calze), maniaca della precisione, forse un po’ mascolina. Il suo fidanzato Umberto, rappresentante di informatica e di quatto anni più giovane, le appariva piuttosto sottomesso: la sera di giovedì ha continuato a guardare Milan-Sampdoria in tv mentre lei se n’è andata in giro per Milano in abbigliamento piuttosto succinto e vistoso. Uscendo avrebbe pure sbattuto la porta. La madre della morta, Annina dice che le monache devono dire quello che sanno. ”L’Unità” sostiene che l’ingresso della scuola è sorvegliato dalle telecamere: dunque ci sarebbero delle cassette che mostrano il delitto.