Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  febbraio 22 Giovedì calendario

Diana Franco, di anni 46, maresciallo dell’Aereonautica, radiotelegrafista, addetto al reparto trasmissioni della Caserma Cecchignola di Roma, forse membro del Sios (servizi riservati dell’Arma), pensionato da due anni

Diana Franco, di anni 46, maresciallo dell’Aereonautica, radiotelegrafista, addetto al reparto trasmissioni della Caserma Cecchignola di Roma, forse membro del Sios (servizi riservati dell’Arma), pensionato da due anni. Niente moglie, niente figli. Un vicino, chiamato dalla vecchia madre di 75 anni che non riusciva ad aprire la porta di casa e suonava invano il campanello, scavalcò un balcone, ruppe un vetro, entrò nell’appartamento aprì la porta della camera da letto e lo vide, legato a una sedia di plastica rovesciata in terra, il capo riverso all’indietro, il sangue grondante dalla fronte, gambe e braccia bloccate da una lunga corda, indosso reggiseno, mutandine di pizzo, calze di seta, giarrettiere, scarpe col tacco a spillo. Sul pavimento riviste porno. Caos, armadi aperti, vestiti sparpagliati, cassetti traboccanti di indumenti femminili, armadietto in bagno pieno di rossetti e fondi tinta. La polizia: è stato un infarto, la casa era in ordine, il maresciallo non faceva parte dei servizi segreti. Infarto mentre si stava masturbando? Sì. Come era possibile se era legato? Erano legate solo le caviglie, il braccio aveva nodi lenti. Attorno alle 21 di martedì 4 novembre in via Ennio Bonifazi, quartiere Boccea, Roma.