23 febbraio 2001
Sciacca Antonino. Benzinaio romano di anni 22, terzo di cinque figli, padre invalido e sorella handicappata
Sciacca Antonino. Benzinaio romano di anni 22, terzo di cinque figli, padre invalido e sorella handicappata. Nato e cresciuto nel quartiere Torre Angela, sognava di fare il benzinaio fin da bambino, a dodici anni aveva lasciato la scuola per lavorare in nero nei self service sulla Casilina, a sedici, avendo trovato il posto fisso alla Esso di via Tuscolana, era tutto felice e orgoglioso della sua tuta fiammante col distintivo. La notte della vigilia di Natale andò a lavorare come sempre con la sua vecchia Uno, si chiuse nel gabbiotto antiproiettile da dove controllava i clienti che mettevano la benzina e dava il resto facendo scorrere le banconote sotto un cassetto. A un certo punto, forse per andare in bagno o magari per prendere una boccata d’aria, uscì dal gabbiotto. Due zingari in motorino, sbucati d’improvviso dal buio, per rubare una manciata di pezzi da centomila lire gli saltarono addosso, lo massacrarono di botte e lo lasciarono moribondo sull’asfalto per un colpo di pistola al petto partito forse per sbaglio durante l’aggressione. Che si trattasse di due zingari in motorino, per la precisione di Centocelle, l’ha detto il ragazzo un istante prima di morire. Antonino guadagnava un milione e seicentomila lire al mese che servivano per mantenere tutta la famiglia. I suoi, per pagargli i funerali, hanno dovuto fare una colletta. L’anno prossimo avrebbe sposato la fidanzata Tamara, di anni 21 (a Roma, nell’area di servizio Esso in via Tuscolana 1530, la vigilia di Natale, alle 2 e mezza di notte).