Stefania Di Lellis su la Repubblica del 23/2/2001 a pagina 21; anche Renzo Cianfanelli su Corriere della Sera del 23/2/2001 a pagina 11., 23 febbraio 2001
Secondo un rapporto della «Global Alliance for Workers Community» sulle condizioni di lavoro in nove fabbriche indonesiane della Nike, il 7,8 per cento delle lavoratrici ha subito molestie sessuali, il 2,5 per cento violenze o palpeggiamenti
Secondo un rapporto della «Global Alliance for Workers Community» sulle condizioni di lavoro in nove fabbriche indonesiane della Nike, il 7,8 per cento delle lavoratrici ha subito molestie sessuali, il 2,5 per cento violenze o palpeggiamenti. Il 30 per cento degli operai è stato vittima di soprusi, il 14 per cento di veri e propri maltrattamenti da parte di superiori. Il 96 per cento dice di ricevere una paga insufficiente, il 70 per cento definisce difficile l’ accesso alle cure mediche. Un paio di operai sarebbero morti prima di poter vedere un dottore. Alcune operaie ritardatarie sarebbero state punite con la pulitura di gabinetti e l’obbligo di correre per un’ora intorno allo stabilimento. In un laboratorio, un ispettore avrebbe aggredito una dipendente lanciandole contro un volume per punirla dell’eccesiva lentezza. Per svolgere l’inchiesta la Global Alliance ha ricevuto dalla Nike 7,8 milioni di dollari (circa 16 miliardi di lire). Nel secondo semestre 2000, le fabbriche indonesiane hanno fatto guadagnare alla Nike 292 milioni di dollari (oltre 610 miliardi di lire). Ogni anno la Nike paga 200 milioni di lire per far parte della «Fair Labour Association». Nel novembre ’99, ha invitato gli studenti americani, offrendo biglietto aereo e soggiorno, a ispezionare le sue fabbriche di scarpe e vestiti nel Terzo Mondo.