26 febbraio 2001
Gualillo Massimino e Randò Candido, di anni 31 e 44, entrambi metronotte dell’istituto di vigilanza ”Novi Ligure”
Gualillo Massimino e Randò Candido, di anni 31 e 44, entrambi metronotte dell’istituto di vigilanza ”Novi Ligure”. Lunedì notte un uomo sui cinquant’anni, grosso, brizzolato, ben vestito, rimorchiò sulla statale di Giovi un transessuale ventitreenne di nome Julio Castro e di soprannome Lorena, venezuelano, capelli lunghi, carnagione scura, grossi seni siliconati. Imboccò con la sua Mercedes scura il viale alberato di villa Minerva, si sbottonò la giacca, si tirò giù i pantaloni, disse all’altro di spogliarsi e intanto per eccitarsi prese a passargli la canna di una pistola a tamburo sui seni, lungo le cosce, sul sesso. In quel momento arrivarono il Gualillo e il Randò che facevano il solito giro di pattuglia e vedendo aperto il cancello elettrico della villa si erano insospettiti. Randò scese dalla sua Panda e bussò al vetro appannato della Mercedes, il cinquantenne si tirò su in fretta i pantaloni, urlò qualcosa e gli sparò un colpo in fronte. Gualillo corse verso la macchina per chiedere aiuto con la radio, l’altro però sparò in testa pure a lui. Il trans uscì nudo dalla Mercedes e cercò di scappare, l’uomo gli sparò un colpo in pancia e poi gli puntò l’arma in testa, non riuscì ad ammazzarlo solo perché le cartucce erano finite (Gualillo, figlio di emigranti calabresi, era stato assunto da tredici giorni e non aveva ancora il porto d’armi. Randò faceva il metronotte da sette anni, era nato a Pizzoni, Vibo Valentia, da tre anni viveva con una ragazza di trent’anni e con i suoi due figli. successo poco prima delle 2 del mattino di lunedì 23 marzo in zona Barbellotta, lungo la statale 35 bis di Giovi tra Novi Ligure e Serravalle).