26 febbraio 2001
Bianchi Giuseppe, di anni 83. Ufficiale della Finanza in pensione, due figli, separato dalla seconda moglie, viveva solo in un grande appartamento pieno di canfrusaglie comprate a Porta Portese
Bianchi Giuseppe, di anni 83. Ufficiale della Finanza in pensione, due figli, separato dalla seconda moglie, viveva solo in un grande appartamento pieno di canfrusaglie comprate a Porta Portese. Grande appassionato di donne, spesso portava in casa delle prostitute. Metteva anche annunci sui giornali dicendo che cercava una cameriera, quando però qualcuna rispondeva e andava in casa sua lui prendeva subito a palparla e cercava in tutti i modi di farci l’amore. Domenica sera qualcuno si fece aprire la porta, saltò addosso al Bianchi, lo graffiò in faccia, lo prese a calci e pugni, gli legò gambe e braccia col nastro adesivo gli mise intorno alla testa un sacchetto di plastica. Il Bianchi per lo spaventò ingoiò la dentiera e morì soffocato (dalla casa mancavano dieci milioni in dollari, gli assassini non hanno preso altri quattro milioni e neanche il Rolex e il crocifisso d’oro. A Roma, in via San Bernardino Corio 3, nella serata di domenica 1 aprile).