Marco Gasperetti sul Corriere della Sera del 26/2/2001 a pagina 22; anche su la Repubblica del 27/2/2001 a pagina 26., 26 febbraio 2001
Lo scrittore e critico d’arte Cesare Garboli ha raccontato nella prefazione di un libretto in carta patinata (titolo: "Toscana di alpe e di mare") pregi e difetti dei lucchesi
Lo scrittore e critico d’arte Cesare Garboli ha raccontato nella prefazione di un libretto in carta patinata (titolo: "Toscana di alpe e di mare") pregi e difetti dei lucchesi. A suo avviso, «quasi tutti i peccati dell’uomo, i vizi più neri, il denaro, l’avarizia, la frode, la lussuria, la gola, abitano il cuore dei lucchesi e vengono frequentati con un ambiguo sentimento di terrore e avidità... A Lucca si conosce e si vive la corruzione con più profondità che in ogni altro luogo della terra. Appartiene al peccato tutto ciò che viene all’aria e alla luce, mentre è promessa di perdono e di grazia ciò che viene custodito nel segreto dell’intimità casalinga, chiuso nella cassaforte dei risparmi e delle memorie». «Il buccellato (dolce tipico di Lucca) è grigio e avaro di liquori». Il libretto di Garboli ha suscitato le proteste del sindaco della città, Pietro Fazzi (che ha presentato un esposto contro la Provincia di Lucca e ha chiesto il blocco cautelativo delle copie non ancora vendute). Garboli ha convocato una conferenza stampa sostenendo d’esser stato frainteso: «Ho grandissima stima per il carattere e la natura dei lucchesi, e confermo la loro lealtà e la loro fermezza nel non venire mai meno alla parola data. Che poi coltivino peccati come la gola, la lussuria o l’avarizia, anche questo va a loro onore. La mia stima per i lucchesi va anche al modo con cui sanno coltivare i loro peccati». Categorico il sindaco: «Quel libro va messo al bando: offende la città». In difesa del critico si sono schierati invece molti intellettuali lucchesi: per loro il professore ha sì esagerato, ma al fondo c’è una sana provocazione nei confronti di «un perbenismo strisciante e malinconico, l’unico e vero danno per Lucca».