Francesco Dal Mas su Avvenire del 27/2/2001 a pagina 8., 27 febbraio 2001
A Sappada (Belluno) nei giorni del Carnevale gira per le strade il Rollat: parla «una lingua strana, germanofona, con inflessioni un po’ venete e un po’ friulane», ha scarponi chiodati ai piedi e indossa una maschera enorme intagliata nel legno, un pesante pelliccione col cappuccio, pantaloni a righe ricavati dalla "Hille" (la tela che serviva a coprire gli armenti d’inverno), un fazzoletto al collo (bianco per i celibi e rosso per gli ammogliati)
A Sappada (Belluno) nei giorni del Carnevale gira per le strade il Rollat: parla «una lingua strana, germanofona, con inflessioni un po’ venete e un po’ friulane», ha scarponi chiodati ai piedi e indossa una maschera enorme intagliata nel legno, un pesante pelliccione col cappuccio, pantaloni a righe ricavati dalla "Hille" (la tela che serviva a coprire gli armenti d’inverno), un fazzoletto al collo (bianco per i celibi e rosso per gli ammogliati). Il Rollat avanza per le strade del paese brandendo una scopa: sembra voler colpire, ma è solo una minaccia scherzosa. E’ una delle maschere protagoniste del "Plodar Wosenocht", il Carnevale di Sappada, uno fra i più lunghi d’Italia, con tre domeniche a tema: la domenica dei poveri, con le maschere che ricordano la miseria del passato, la domenica dei contadini (maschere sulla fienagione, la filatura e altri lavori antichi), la domenica dei signori (maschere più raffinate e di maggior pregio).