Lettera a Indro Montanelli, 27 febbraio 2001
Convocarono d’urgenza all’Eliseo i direttori di tutti i giornali (che a quei tempi erano - beati loro - mezzi di pubblica comunicazione), li misero al corrente dell’accaduto mostrandogliene anche la scena, e si affidarono al loro senso di responsabilità
Convocarono d’urgenza all’Eliseo i direttori di tutti i giornali (che a quei tempi erano - beati loro - mezzi di pubblica comunicazione), li misero al corrente dell’accaduto mostrandogliene anche la scena, e si affidarono al loro senso di responsabilità. I direttori si accordarono tra loro su una versione che non disturbasse la decenza e salvasse il prestigio dell’Eliseo, tempio sacro della Nazione. (Debbo avvertire che la sto raccontando come la raccontarono a me, quando facevo il cronista in un giornale parigino, ma non ne ho mai trovato conferma in nessun testo del memorialismo francese). Tutti tennero la parola, meno uno, il quotidiano più autorevole di tutti: ”Le Figaro”. Il quale riferì l’accaduto in tutti i suoi dettagli, anche i più scabrosi. Ma in greco classico grazie alla versione dei tre maggiori conoscitori di quella lingua e della sua grafia. In modo che a capirlo furono soltanto due o tre dozzine di persone di altissima cultura. Gli americani certamente ignorano questo ”precedente”. E anche se lo avessero conosciuto, difficilmente avrebbero potuto adeguarvisi. Nessun grecista riuscirebbe mai a tradurre le gesta di quel bamboccio e di quella mocciosa nella lingua di Saffo (Indro Montanelli).