27 febbraio 2001
De Simone Enrico Antonio, di anni 32. Figlio di un operaio, sette fratelli e cinque sorelle, da tutti giudicato buono e generoso, aveva fondato un’associazione che aiutava tossicodipendenti e malati di Aids e per mandarla avanti costruiva giocattoli in legno che poi vendeva nei mercatini
De Simone Enrico Antonio, di anni 32. Figlio di un operaio, sette fratelli e cinque sorelle, da tutti giudicato buono e generoso, aveva fondato un’associazione che aiutava tossicodipendenti e malati di Aids e per mandarla avanti costruiva giocattoli in legno che poi vendeva nei mercatini. Sieropositivo, un passato da tossicomane, aveva smesso di drogarsi dopo che due suoi fratelli erano stati uccisi dall’eroina. Mesi fa aveva ospitato in casa Soledad, la giovane argentina accusata di aver messo le bombe in Val di Susa, e da quando lei si era impiccata in bagno non si era più ripreso. Mercoledì 23 si chiuse nella sua vecchia Renault 4 beige e si lasciò soffocare dai gas di scarico. Un biglietto: «Perdonatemi. Non ce la faccio più». A Gassino, Torino, in mattinata.