27 febbraio 2001
Gerace Anna Maria, di anni 37. Separata, un figlio di 11 anni, di professione infermiera. Bella, alta, formosa, capelli neri lunghi e lisci, quando andava a spasso col suo pastore tedesco gli uomini si fermavano a guardarla, in paese tutti si chiedevano come mai si fosse scelta per amante un Livio Navone di anni 43, operaio metalmeccanico piuttosto brutto, più basso di lei e per giunta sposato e padre di due bambini di 10 e 12 anni
Gerace Anna Maria, di anni 37. Separata, un figlio di 11 anni, di professione infermiera. Bella, alta, formosa, capelli neri lunghi e lisci, quando andava a spasso col suo pastore tedesco gli uomini si fermavano a guardarla, in paese tutti si chiedevano come mai si fosse scelta per amante un Livio Navone di anni 43, operaio metalmeccanico piuttosto brutto, più basso di lei e per giunta sposato e padre di due bambini di 10 e 12 anni. In effetti da qualche mese la Gerace si era stufata dell’uomo e glielo aveva fatto sapere, lui pazzo di gelosia aveva preso a tormentarla scattandole di nascosto fotografie e urlando che prima o poi l’avrebbe ammazzata. Lei aveva registrato al telefono tutte le sue minacce e aveva scritto su un biglietto che se fosse morta l’assassino era senz’altro il Navone Livio. Lunedì scorso lui passò a prenderla in macchina e per l’ennesima volta le chiese di tornare insieme. Lei disse di no e l’uomo le sparò quattro colpi di pistola in testa. In via Montano, Moncalieri, alle 19 di lunedì 28 settembre.