28 febbraio 2001
Gentile Bruno, di anni 45. Psichiatra, da otto anni lavorava al Dipartimento di salute mentale di Ercolano e alla fine di novembre avrebbe discusso la tesi per la seconda laurea, in Filosofia
Gentile Bruno, di anni 45. Psichiatra, da otto anni lavorava al Dipartimento di salute mentale di Ercolano e alla fine di novembre avrebbe discusso la tesi per la seconda laurea, in Filosofia. Nel suo istituto era in cura un Forzese Giuseppe di anni 45, taciturno, mansueto, sempre tutto sporco, che si era fatto quindici anni di manicomio criminale per aver ammazzato il padre e da agosto viveva a Portici con la sorella. Costui, giovedì mattina, ebbe l’idea di uccidere un medico in modo da poter tornare nel manicomio di Montelupo Fiorentino, dove si era trovato tanto bene. Alle 8.30 si presentò puntuale dall’infermiera che gli fece prendere le solite pillole, avviandosi verso l’uscita incontrò Gentile nel corridoio, lo salutò educatamente, tirò fuori da una tasca il coltellino che usava per aprire vongole e noci e glielo infilò nel fianco, nel braccio, nel cuore. Al Dipartimento di salute mentale di via Marconi, Ercolano, poco dopo le 9 di mattina di giovedì 12 novembre.