Raffaella Menichini su la Repubblica del 28 febbraio a pagina 20., 28 febbraio 2001
Nel rapporto "Stopping the Torture Trade", Amnesty International denuncia che decine di aziende in tutto il mondo producono strumenti di tortura
Nel rapporto "Stopping the Torture Trade", Amnesty International denuncia che decine di aziende in tutto il mondo producono strumenti di tortura. Molti di questi strumenti, illegali negli Usa e in Europa, possono essere utilizzati in paesi come la Cina, l’Arabia, l’Egitto, il Sudafrica e Israele, dove sono esportati legalmente. Negli ultimi tre anni il dipartimento del Commercio Usa ha concesso licenze di vendita di equipaggiamenti anticrimine per 97 milioni di dollari. Almeno 185 le aziende coinvolte nella produzione degli strumenti di tortura: gli Usa sono in cima alla classifica con 97 case di produzione di armi elettriche. Seguono Germania, Taiwan, Francia, Corea del Sud, Cina, Sudafrica, Israele. Sono presenti anche Gran Bretagna, Spagna, Repubblica Ceca, Polonia e Russia. Di alcuni prodotti esistono addirittura spot pubblicitari, uno di questi garantisce la «totale supremazia psicologica sui prigionieri potenzialmente pericolosi».