Su Avvenire del 22/2/2001 a pagina 11; Giulio Benedetti sul Corriere della Sera del 22/2/2001 a pagina 20., 22 febbraio 2001
Il Ministro della Pubblica Istruzione Tullio De Mauro, linguista, ha affidato a una commissione di esperti il compito di fissare i nuovi programmi per l’insegnamento della storia nelle scuole
Il Ministro della Pubblica Istruzione Tullio De Mauro, linguista, ha affidato a una commissione di esperti il compito di fissare i nuovi programmi per l’insegnamento della storia nelle scuole. Ne è uscita la cosiddetta formula ”5+3”: cinque anni di studi cronologici (dalla preistoria all’epoca contemporanea), più tre anni dedicati all’approfondimento di temi specifici (il problema della cittadinanza, la condizione della donna, e così via). Prima del 5+3 sono previsti, per i bambini dai 6 ai 9 anni, quattro anni d’"avvicinamento alla storia": "acquisizione del lessico di base, educazione allo svolgersi del tempo e alla storicità dei monumenti", eccetera. Questo schema ha provocato forti polemiche perché prevede un solo ciclo di studio cronologico della storia (nei programmi attuali lo studio cronologico è ripetuto tre volte: alle elementari, alle medie e alle superiori). De Mauro ha allora annunciato la formula ”4+5”, indicata come "soluzione di mediazione": quattro anni di studio cronologico nella scuola di base, ripetuto nei cinque anni della scuola superiore (gli anni di "avvicinamento alla storia" scendono a tre). Il ministro ha tuttavia fatto notare che questa proposta ha "un punto debole": il secondo ciclo di studio cronologico parte con la storia antica nel biennio delle superiori, e dal momento che "il 25% degli studenti, completato l’obbligo d’istruzione, lascia la scuola al termine di tale biennio, non li si può mandare a casa avendo dato loro solo il periodo di storia greca e romana". De Mauro ha comunque dichiarato che al momento "entrambe le ipotesi restano valide".