Antonio DíOrrico, Sette, n. 12, 1999., 1 marzo 2001
Tommaso Landolfi regalò a Carlo Emilio Gadda due suoi libri, Il mar delle blatte e Dialogo dei massimi sistemi, scrivendo la dedica in modo che si potesse leggere solo accostando le due copie e facendo combaciare le pagine: «Carlo Emilio, essendo mor», «to l’amore, l’amicizia ci resta
Tommaso Landolfi regalò a Carlo Emilio Gadda due suoi libri, Il mar delle blatte e Dialogo dei massimi sistemi, scrivendo la dedica in modo che si potesse leggere solo accostando le due copie e facendo combaciare le pagine: «Carlo Emilio, essendo mor», «to l’amore, l’amicizia ci resta. Tom Land». Landolfi, bello, malinconico, concupito dalle donne, si fece venire l’idea della dedica in due parti un po’ per proteggere un amore impossibile, un po’ per canzonare Gadda, che viveva l’omosessualità come tentazione, tormentato da paure e paranoie. Una volta, ad esempio, terrorizzato dall’idea del contagio, non volle stringere la mano ad un gruppo di scrittori malati di sifilide incontrati al caffè Giubbe Rosse di Firenze, frequentato anche da Landolfi. Grande, grosso, goffo, timidissimo, Gadda, a tavola con gli amici, prediligeva le chiacchiere sulle perversioni sessuali. «Si infervorava parlando di Tiberio imperatore a Capri che faceva il bagno in piscina mentre frotte di ragazzini, detti pisciculi, gli passavano sotto il corpo mordendogli a turno i coglioni e provocando supreme delizie» (il biografo Giulio Cattaneo). Una volta, invitato a cena da Goffredo Parise, tremò alla vista di un ragazzo mezzo nudo e con un turbante in testa temendo che quella notte gli amici avrebbero dato corso a un’orgia, come loro perfidamente gli avevano lasciato intendere.