Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  marzo 01 Giovedì calendario

M. Pietro, di anni 77. Originario della provincia di Nuoro, gentile, riservato, sposato con Paola, un figlio, Michele, istruttore di nuoto, una vita piena di sacrifici, un passato di minatore, facchino d’albergo e vigilante, da qualche tempo viveva a Roma, nel quartiere Africano, dove tutti lo chiamavano «il sor Pietro»

M. Pietro, di anni 77. Originario della provincia di Nuoro, gentile, riservato, sposato con Paola, un figlio, Michele, istruttore di nuoto, una vita piena di sacrifici, un passato di minatore, facchino d’albergo e vigilante, da qualche tempo viveva a Roma, nel quartiere Africano, dove tutti lo chiamavano «il sor Pietro». Pochi giorni fa, la moglie ricoverata in ospedale per un attacco di cuore, confidò a una vicina di sentirsi triste e solo. Giovedì 1 aprile, all’ora di pranzo, indossò il vestito buono e si impiccò alla ringhiera del balcone (i vicini, vedendolo penzolare dal balcone, in un primo momento pensarono a un fantoccio messò lì per un pesce d’aprile). Verso le 13 di giovedì 1 aprile, in un appartamento in viale Somalia, a Roma.