1 marzo 2001
Di Gioia Domenico, di anni 58, detto ”Mimì”. Laureato in Teologia, capoufficio del Policlinico di Bari, stempiato, mite, impegnato nella beneficenza, frequentava l’ambiente parrocchiale
Di Gioia Domenico, di anni 58, detto ”Mimì”. Laureato in Teologia, capoufficio del Policlinico di Bari, stempiato, mite, impegnato nella beneficenza, frequentava l’ambiente parrocchiale. Ex sacerdote, aveva lasciato l’abito per amore della donna che era diventata sua moglie dandogli tre figli, una ragazza di 17 anni, due maschi di 15 e 12 anni. Alle otto e mezza di domenica 25 aprile uscì di casa per accompagnare la figlia al solito appuntamento con gli scout, subito dopo andò nella sua casa di campagna per dar da mangiare al cane, incrocio tra un volpino e un terrier. Mentre era chino sulla ciotola, apparve alle sue spalle qualcuno che gli vibrò due colpi d’ascia alla testa, senza riuscire a staccarla completamente dal collo. Mattinata di domenica 25 aprile, a Terlizzi, contrada Pozzo di Gurgo, sette chilometri da Molfetta.