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 2001  marzo 01 Giovedì calendario

Monteduro Maria, di anni 40. Endocrinologa, assessore ai Servizi sociali nel suo paese, Gagliano del Capo, Lecce, seimila abitanti, sposata da tre anni con Greco Giuseppe, suo coetaneo, infermiere laureando in Scienze dell’educazione, un figlio di tre mesi di nome Daniele

Monteduro Maria, di anni 40. Endocrinologa, assessore ai Servizi sociali nel suo paese, Gagliano del Capo, Lecce, seimila abitanti, sposata da tre anni con Greco Giuseppe, suo coetaneo, infermiere laureando in Scienze dell’educazione, un figlio di tre mesi di nome Daniele. Capelli castani, mossi e lunghi, serena, gentile, discreta, disponibile, seguiva i tossicodipendenti nel centro polivalente del Comune. Il 19 aprile, di servizio alla guardia medica notturna dopo un anno di maternità, ricevette cinque telefonate anonime. Il giorno dopo cominciò il turno alle otto, alle undici rientrò in casa per allattare il bambino, alle tre e mezza registrò l’ultimo paziente, un tossicodipendente medicato per una ferita al labbro, che se l’era presa con lei perché non aveva voluto riaccompagnarlo a casa. Più tardi, in compagnia di qualcuno che forse le aveva chiesto una visita a domicilio, guidò la sua Renault 19 grigia nella zona di Castrignano del Capo. A una decina di chilometri dall’ambulatorio, in aperta campagna, si fermò davanti a un muretto. Il passeggero, sceso dalla macchina, con l’aiuto di qualcuno che lo stava aspettando sollevò una pietra di quindici chili e la colpì ripetutamente in testa. Nella notte tra sabato 24 e domenica 25 aprile.