La Stampa dell’1/3/2001 a pagina 24., 1 marzo 2001
«Aveva ventidue anni, e la sua vita non andò oltre, quando il pittore Guido Reni ebbe il permesso di ritrarla, nella prigione di Corte Savella, pochi giorni prima del supplizio, Beatrice Cenci la parricida
«Aveva ventidue anni, e la sua vita non andò oltre, quando il pittore Guido Reni ebbe il permesso di ritrarla, nella prigione di Corte Savella, pochi giorni prima del supplizio, Beatrice Cenci la parricida. L’artista era di due anni più vecchio. Alla prigioniera avevano tagliato i capelli biondi, che portava, dice la cronaca, ben anellati, quantunque abbastanza corti, e qui il bravo Guido ebbe una trovata da regista geniale, pigliò un asciugamano bianco che stava nella cella e gliene fece un turbante, occultando la vergogna della testa rasata. Così la piccola Beatrice Cenci passò dal tragico sanguinoso della cronaca, sorridendo con dolcezza al pittore conquistato, alla luce eterna dell’arte» (Guido Ceronetti).