Rossella Fabiani su La Stampa dell’1/3/2001a pagina I degli Spettacoli Roma., 1 marzo 2001
Il teatro Kabuki risale agli inizi del XVII secolo, quando, secondo la leggenda, una donna di nome Izumi no Okuni eseguì una danza (Okuni-Kabuki) sul greto di un fiume a Kyoto
Il teatro Kabuki risale agli inizi del XVII secolo, quando, secondo la leggenda, una donna di nome Izumi no Okuni eseguì una danza (Okuni-Kabuki) sul greto di un fiume a Kyoto. Un editto governativo bandì le donne (offendevano la morale) e le sostituì con giovani uomini: nacque così il wakashukabuki (Kabuki dei fanciulli). La stessa ragione che aveva allontanato le attrici dalle scene determinò in seguito l’interdizione dei fanciulli. Protagonisti del Kabuki divennero attori adulti, gli unici tollerati dal governo giapponese, che diedero origine allo yarokabuki (il Kabuki degli uomini). Da 300 anni i temi del Kabuki sono i semawono (storie di vita quotidiana) e i jidaimono (ispirati a eventi storici). Fondamentali nel Kabuki la vestizione (kitsuke), il trucco (kesho) e il senso dei gesti e dei movimenti degli attori (tachimawari).