1 marzo 2001
Previte Mara Grazia, di anni 50, casalinga, e le figlie La Torre Carmen e Giusy, di anni 14 e 17. Giuseppe La Torre, di anni 53, usciere al Comune di Messina, taciturno, gelosissimo della moglie, asfissiante con le figlie, usciva di casa solo per andare a messa o al lavoro ma essendo molto devoto di padre Pio accettò di portare la famigliola a San Giovanni Rotondo, con un pullman di parrocchiani, per la beatificazione del frate
Previte Mara Grazia, di anni 50, casalinga, e le figlie La Torre Carmen e Giusy, di anni 14 e 17. Giuseppe La Torre, di anni 53, usciere al Comune di Messina, taciturno, gelosissimo della moglie, asfissiante con le figlie, usciva di casa solo per andare a messa o al lavoro ma essendo molto devoto di padre Pio accettò di portare la famigliola a San Giovanni Rotondo, con un pullman di parrocchiani, per la beatificazione del frate. All’ora di pranzo, al ristorante, fece una scenata a un anziano pellegrino che si era seduto accanto alla moglie lanciandole, a suo dire, sguardi di fuoco. Le figlie, imbarazzatissime, lo rimproverarono a lungo e poi gli negarono la parola, ciononostante lui tormentò la Previte per tutto il viaggio di ritorno. Il giorno dopo, all’alba, le puntò un coltello da cucina alla gola urlandole di confessare la sua passione segreta, e più lei giurava che non era vero nulla, più lui affondava la lama nel collo. Quando la donna, forse per calmarlo, gli disse che quell’uomo effettivamente le piaceva, lui le infilò il coltello nella gola e nella schiena con tanta forza da far saltare il manico, subito dopo andò in cucina, prese un altro coltello, rincorse per tutta casa la figlia Carmen e la colpì più volte al petto e alla gola. Infine prese a cercare Giusy, e quando la vide rannicchiata e tremante sotto al tavolo l’accoltellò senz’altro su tutto il corpo. Al terzo piano di un piccolo condominio alla periferia di Messina.