Il VenerdÏ di Repubblica del 2/3/2001 a pagina 24., 2 marzo 2001
«Beh, mi pare proprio che qui in Italia l’otto marzo sia una festa un po’ finta che con le donne ha poco a che fare, perché è commerciale e consumistica
«Beh, mi pare proprio che qui in Italia l’otto marzo sia una festa un po’ finta che con le donne ha poco a che fare, perché è commerciale e consumistica. Ma io sono russa, e anche a costo di andare controcorrente lo devo dire: da noi l’otto marzo è un giorno bellissimo. Io sono nata negli Urali e lì in quel periodo dell’anno è ancora tutto coperto di neve, le giornate sono fredde e la temperatura può arrivare a 40 gradi sotto zero. Eppure mio padre l’otto marzo si metteva in fila nel gelo davanti al chiosco dei fiori e arrivava a casa portando qualche tulipano mezzo stecchito. Era bello, i fiori portavano allegria, ci ricordavano che presto sarebbe arrivata la primavera. Ci dicevano anche che tra tante fatiche eravamo in fondo circondate da molto amore. Era una festa semplice, povera. Ma ci regalava un sorriso» (Natasha Stefanenko). versione uscita su amica e rassegna utet: Natasha Stefanenko è nata negli Urali, lì a marzo è ancora tutto coperto di neve, la temperatura può arrivare a quaranta gradi sotto zero. Tuttavia il padre l’otto marzo si metteva in fila nel gelo davanti al chiosco dei fiori e non tornava a casa «senza qualche tulipano mezzo stecchito».