2 marzo 2001
De Santis Antonio, di anni 67, detto ”Barba” perché si radeva una volta l’anno (d’estate). Nativo di Rieti, dimenticato dai parenti, viveva a Roma in una piccola baracca vicino alle mura della città militare che si affaccia sui campi di grano della via Cecchignola
De Santis Antonio, di anni 67, detto ”Barba” perché si radeva una volta l’anno (d’estate). Nativo di Rieti, dimenticato dai parenti, viveva a Roma in una piccola baracca vicino alle mura della città militare che si affaccia sui campi di grano della via Cecchignola. Da sette anni teneva un banchetto abusivo da rigattiere e aspettava i clienti sotto un ombrellone, trincerato dietro un ammasso di biciclette arruginite, divani, sedie. Cortese solo con i clienti che gli andavano a genio, aveva sempre un regalo pronto per i bambini che andavano a trovarlo e la sera non mancava mai chi gli offrisse un bicchierino al bar. Intorno alla mezzanotte di martedì 6 luglio stava cercando di liberarsi di tre ceffi che volevano sapere dove nascondeva i soldi quando si sentì chiamare da un cliente che gli aveva portato una lavatrice, uscì fuori dalla baracca, si scusò un attimo per rientrare e liquidare i tre ma quelli lo aspettavano e appena ebbe varcata la soglia gli spaccarono la testa con il cric.