3 marzo 2001
Ravanusa Fabio, di anni 17. Palermitano, ricciolino, bruno, estroverso, appassionato di moto, frequentava un corso d’informatica
Ravanusa Fabio, di anni 17. Palermitano, ricciolino, bruno, estroverso, appassionato di moto, frequentava un corso d’informatica. Padre ferroviere in pensione, da quando i genitori si erano separati si era trasferito con la mamma nel paese di Carini, dove era malvisto dai suoi coetanei un po’ perché era forestiero (lo chiamavano con disprezzo ”il palermitano”) un po’ perché, tra le ragazzine, faceva strage di cuori. Lunedì 13 luglio, per difendere un’amica dalle pesanti avances di un giovane bullo, litigò col figlio diciottenne di un boss mafioso. Costui il giorno dopo, in compagnia di due minorenni, lo costrinse a salire in macchina, lo portò tra i boschi e gli spaccò la testa a sassate. Serata di martedì 14 luglio, sulle pendici di Montagnalonga, provincia di Palermo.