3 marzo 2001
Dominic, di giorni 7. La mamma Ayla, di anni 20, francese di origine turca, esile, slanciata, graziosa, fino a tre mesi fa viveva in Francia a Cluses, Alta Savoia, dove lavorava nella piccola azienda metalmeccanica di un Imbalzano Alfredo di anni 59, emigrato da Reggio Calabria una trentina d’anni fa
Dominic, di giorni 7. La mamma Ayla, di anni 20, francese di origine turca, esile, slanciata, graziosa, fino a tre mesi fa viveva in Francia a Cluses, Alta Savoia, dove lavorava nella piccola azienda metalmeccanica di un Imbalzano Alfredo di anni 59, emigrato da Reggio Calabria una trentina d’anni fa. In fabbrica aveva conosciuto il figlio dell’Imbalzano, François, di anni 30, sposato con una calabrese, due figli, e subito se n’era innamorata. I familiari di lui, sconvolti dal disonore e dalle chiacchiere della gente, tentarono di separare i due amanti in tutti i modi, loro continuarono a incontrarsi in segreto e quando lei rimase incinta scapparono in Italia per andare a vivere in un bilocale a Nova Milanese, dove una settimana fa nacque Dominic. Al rientro dall’ospedale François disse alla compagna che doveva andar via per qualche giorno e le raccomandò di chiudersi bene in casa, ma nella notte tra martedì 27 e mercoledì 28 luglio qualcuno entrò in casa, rapì il bimbo e lo buttò nel canale Villoresi, a 20 chilometri da Nova Milanese.